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CPV vocabolario per appalti pubblici

Il vocabolario comune per gli appalti pubblici CPV , (Common Procurement Vocabulary), istituito con regolamento (CE) n. 2195/2002 modificato e reso definitivo con Regolamento (CE) n. 213/2008 della Commissione, del 28 novembre 2007, è un sistema unico di classificazione applicabile agli appalti pubblici che mira a standardizzare   i termini utilizzati da amministrazioni aggiudicatrici ed enti aggiudicatori per descrivere l’oggetto dei contratti, offrendo così uno strumento adeguato ai potenziali utenti

Il termine CPV è l’acronimo inglese Common Procurement Vocabulary  (CPV).

La traduzione di CPV in italiano è: “vocabolario comune per gli appalti”.

CPV vocabolario per appalti pubblici

Nei documenti di gara per appalti e concessioni, la prestazione è identificata con un codice numerico preceduto dalla sigla CPV.

La dicitura CPV indica un elenco di attività e prodotti identificati da un codice alfanumerico e con una struttura ad albero. La codificazione tiene conto di alcuni fattori che si distinguono in divisioni, gruppi, classi e categorie. L’esigenza di codificare i lavori, forniture e servizi, in un vocabolario comune per gli appalti pubblici (CPV), è il risultato di un dibattito del parlamento europeo in materia di partecipazione alle gare di appalto.

E’ stato approvato con il regolamento n. 2195/2002 del Parlamento europeo e poi, integrato da successive direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, in materia di procedure per gli appalti pubblici.

Le norme comunitarie prevedono, dall’1 febbraio 2006, l’obbligo di indicare sui documenti di gara il riferimento del codice CPV, a prescindere dall’importo base.

Codifica ad albero.

L’originaria stesura dei codici CPV è stata aggiornata nel 2007 e pubblicata sulla gazzetta ufficiale dell’unione europea nel 2008, attualmente in vigore.

La codifica ad albero si attua quando bisogna ordinare molte voci con diverse caratteristiche e prevede l’esistenza delle divisioni, gruppi, classi e categorie.

Un esempio per spiegare i criteri della codificazione:

codice CPV       descrizione

15000000-8   Prodotti alimentari, bevande, tabacco e prodotti affini

15800000-6   Prodotti alimentari vari

15830000-5   Zucchero e prodotti affini

15831000-2   Zucchero

15831300-5   Zucchero di acero e sciroppo di acero

In questo esempio si potrà notare che:

– prime due cifre: identificano la divisione;

– prime tre cifre: indicano il gruppo;

– prime quattro cifre: indicano la classe;

– prime cinque cifre: identificano la categoria;

– ultime tre cifre: ulteriori dettagli sul genere della categoria.

Il numero finale può essere utilizzato per ulteriori specifiche.

Uso del codice CPV.


Si tratta di una codificazione complessa che nel suo genere, può essere definito come un vocabolario ad uso degli enti appaltanti, infatti, le norme prevedono che nella pubblicazione dei bandi di gara, oltre alla descrizione del lavoro, servizi o forniture, l’ente appaltante è tenuto ad indicare il codice che, secondo il sistema unico di classificazione, corrisponde all’oggetto delle attività.


Dove posso trovare l’elenco dei codici CPV.


Il vocabolario comune per gli appalti, conosciuto con l’acronimo CPV, è stato approvato dal regolamento della comunità europea n. 213 del 28/11/2007.


Il regolamento CE di cui sopra, in merito all’elenco dei codici CPV, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, L 74, del 15 marzo 2008.

clicca qui per il codice: PDF

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Vocabolario Appalti Pubblici (Tenders Electronic Daily)

https://www.centrostudimediterraneo.it/cpv-vocabolario-per-appalti-pubblici/

La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, attraverso il sito  TED (Tenders Electronic Daily) pubblica 520 000 avvisi di appalti pubblici all’anno, compresi 210 000 bandi di gara per un valore pari all’incirca a 420 miliardi di euro in 24 lingue.

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