La Costituzione della Repubblica Italiana approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata il successivo 27 dicembre da Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, è la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano.
Il sistema politico italiano è quello tipico di una repubblica parlamentare, in cui il parlamento è l’unica istituzione a detenere la rappresentanza della volontà popolare.
Le maggiori istituzioni sono:
- il presidente della Repubblica Italiana: è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale;[109] viene eletto dal Parlamento; nomina il Presidente del Consiglio italiano e, su proposta di questo, i ministri. Può sciogliere le camere;
- il Parlamento bicamerale (Camera dei deputati e Senato della Repubblica): esercita il potere legislativo e vota la fiducia al Governo;
- il Governo: composto dal presidente del Consiglio e dai ministri, che formano il Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, esercita il potere esecutivo;
- la Magistratura: indipendente, esercita il potere giudiziario (sia inquirente sia giudicante);
- il Consiglio superiore della magistratura: ha compiti di autogoverno della magistratura, svincolandola totalmente dalle influenze del governo, in particolare dal Ministero della giustizia;
- la Corte costituzionale: svolge la funzione di garante della Costituzione,[113] pronunciandosi sulla conformità delle leggi a essa.
Vi sono due Biblioteche Nazionali Centrali sedi del deposito legale dello Stato, a Firenze e a Roma.
L’Istituto Geografico Militare è l’ente cartografico di Stato e si trova a Firenze.
Suddivisioni amministrative
Gli enti territoriali che, in base all’articolo 114 della Costituzione costituiscono, assieme allo Stato, la Repubblica italiana sono:
- le regioni (15 a statuto ordinario e 5 a statuto speciale);
- le città metropolitane (14);
- le province e i comuni (rispettivamente 93 e 7981, dati ISTAT dell’anno 2017).[114]
Nell’elenco che segue, per ciascuna regione è riportato lo stemma ufficiale e il nome del capoluogo.
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Di seguito le prime dieci città italiane per abitanti del territorio comunale in base ai dati ISTAT al 30 giugno 2017.
Pos. | Comune | Città metropolitana | Regione | Abitanti |
1 | Roma | Roma | Lazio | 2 876 051 |
2 | Milano | Milano | Lombardia | 1 360 422 |
3 | Napoli | Napoli | Campania | 967 516 |
4 | Torino | Torino | Piemonte | 883 601 |
5 | Palermo | Palermo | Sicilia | 670 816 |
6 | Genova | Genova | Liguria | 581 760 |
7 | Bologna | Bologna | Emilia-Romagna | 388 725 |
8 | Firenze | Firenze | Toscana | 382 664 |
9 | Bari | Bari | Puglia | 325 230 |
10 | Catania | Catania | Sicilia | 311 934 |
Istituzioni, enti e associazioni
Ordinamento scolastico
L’istruzione in Italia è regolata con modalità diverse secondo la forma giuridica (scuole pubbliche, scuole paritarie, scuole private). La formazione professionale, comprendente gli istituti professionali, dipende invece dalle regioni.
L’obbligo scolastico termina a 16 anni.
Il sistema scolastico italiano è strutturato in tre cicli di istruzione:
- istruzione primaria, di durata quinquennale;
- istruzione secondaria, che comprende la scuola secondaria di primo grado, di durata triennale, e la scuola secondaria di secondo grado, di durata quinquennale;
- istruzione superiore, che comprende l’università e la formazione specialistica, come master e scuola di specializzazione.
A questi cicli d’istruzione si affianca la scuola dell’infanzia, un’istituzione prescolastica non obbligatoria, caratterizzata dal gioco e della convivenza con i compagni e dalla preparazione al primo ciclo d’istruzione.
Il ciclo degli studi all’università si articola, dopo la riforma introdotta dal processo di Bologna, in tre fasi:
- laurea (3 anni)
- laurea magistrale (2 anni)
- dottorato di ricerca (3 anni)
Secondo un’analisi ISTAT del 2010, il livello di istruzione e formazione degli studenti italiani è carente, soprattutto se paragonato a quello degli altri paesi europei: il 46,1% della popolazione adulta ha conseguito la sola licenza media, laddove la media europea si attesta al 28,5%. Nelle scuole superiori l’elevato numero di abbandoni scolastici porta l’Italia al primato negativo in Europa per i giovani tra 18 e 24 anni che lasciano la scuola superiore senza aver conseguito il diploma (il 20% nel 2009); anche il numero di laureati è sotto la media europea (solo il 21,6% dei giovani tra i 25 e i 29 anni). A ciò si aggiunge una bassa qualità dell’istruzione: secondo una valutazione condotta nell’ambito del programma per la valutazione internazionale dell’allievo, la competenza dei quindicenni italiani, già inferiore al valore medio nei 30 paesi OCSE, è aggravata dalla carenza nell’utilizzo di nuove tecnologie. L’Italia ha infine il primato europeo dei giovani che non studiano, né lavorano (nel 2009 erano il 21,2% delle persone tra 15 e 29 anni).[116]
Sistema sanitario
Il Servizio sanitario nazionale italiano (SSN) è un sistema pubblico di carattere universalistico che, come stabilito dall’art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana, garantisce il diritto alla salute e all’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, finanziato attraverso la fiscalità generale e le entrate dirette, percepite dalle aziende sanitarie locali, derivanti dai ticket sanitari (cioè le quote con cui l’assistito contribuisce alle spese) e dalle prestazioni a pagamento.
Una ricerca del 2000 dell’Organizzazione mondiale della sanità colloca il sistema sanitario italiano al secondo posto nel mondo, dopo la Francia, in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini.[117] Tuttavia, solo il 35,8% della popolazione si dichiara soddisfatto del sistema sanitario e il 42% dell’assistenza ospedaliera, mentre il 79,4% ritiene intollerabili i tempi di attesa nelle strutture sanitarie.